Ubar, l’Atlantide delle sabbie

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Ubar, l’Atlantide delle sabbie

Ubar, l’Atlantide delle sabbie

Nel febbraio del 1992, il New York Times annunciò un’importante scoperta archeologica: il ritrovamento di una città perduta nascosta in profondità nelle sabbie d’Arabia.
I ricercatori americani trovarono la città servendosi di immagini satellitari e dichiararono che si trattava di Ubar, antico crocevia della favolosa via dell’incenso.
Quando la notizia si diffuse in tutto il mondo, sembrava che l’unica a non concordare con questa ipotesi fosse proprio la stampa saudita.
Oggi i pareri discordanti sono numerosi e questa “Atlantide delle sabbie”, com’è spesso chiamata, è oggetto di discussione di archeologi e appassionati.

Gli studiosi, secondo i quali la città fu abitata dal 3.000 a.C. al 500 d.C. circa, ritengono che Ubar sia sprofondata in una grotta calcarea sotterranea, ma la verità non è del tutto chiara.

Noi vogliamo comunque credere che le rovine appartengano veramente alla prosperosa città citata nel Corano, secondo cui Ubar, indicata col nome di Iram, fu fatta sprofondare sotto terra da Dio perché i suoi abitanti, che avevano raggiunto un benessere esagerato e vivevano una vita dissoluta, avevano scelto la corruzione e si erano allontanati dalla religione.
La fantastica storia di Ubar è arrivata in Occidente attraverso le Mille e una notte, dove è narrata la storia di questa città fiorente e di un sultano che voleva rubarne le ricchezze.

Dove si trova?
Le rovine di Ubar si trovano nei pressi della cittadina di Shisr, alle porte del Rub al Khali, il secondo più grande deserto al mondo.
Questa immensa distesa di sabbia viene chiamata “il quarto vuoto” perché la leggenda narra che fu creata quando Allah divise il mondo in quattro parti: una fu il cielo, una la terra, una il mare. La quarta rimase vuota e divenne il Rub al Kali.
Al momento, Ubar non offre molto ai turisti se non qualche rovina e un piccolo museo ma, se il richiamo di questa città perduta è per voi irresistibile, potete visitarla partendo da Salalah, a circa 150 km di distanza. Una volta arrivati potrete approfittarne per ammirare gli alberi d’incenso di Wadi Dowkah, iscritti al catalogo dei patrimoni mondiali dell’UNESCO.